Secondo Erikson, avere un figlio, soprattutto il primo, costituisce la più̀ importante crisi evolutiva dell’adultità̀ poiché il confrontarsi con la propria capacità procreativa significa acquistare la capacità di assumersi responsabilità̀ e di prendersi cura, ma anche sperimentare il proprio potere creativo, incluso quello dell’auto-generazione e quindi relativo a un possibile ulteriore sviluppo dell’identità̀ stessa.
Procreazione Medicalmente Assistita
Sterilità e infertilità sono due termini ben distinti ma spesso utilizzati come sinonimi. Sterilità vuol dire non riuscire a concepire dopo 12 mesi di rapporti non protetti; infertilità non riuscire a portare avanti una gravidanza. Sterilità e infertilità sono in aumento: nella società occidentale la nascita del primo figlio è rimandata. Questo dipende soprattutto dal fatto che una giovane coppia impiega molto tempo a raggiungere una sicurezza economica che gli permetta di realizzare una progettualità familiare. E, dal momento in cui più si è giovani più si è fertili, dilazionare di molto la nascita del primo figlio fa sì che sia tendenzialmente più probabile andare incontro a problemi di sterilità e infertilità. Oltre a queste cause sociali non bisogna escludere quelle prettamente organiche. Indipendentemente dalla causa dei problemi di infertilità è possibile agire medicalmente e dare un sostegno psicologico alle coppie.
Vi sono procedure diagnostiche e trattamenti medici che possono aiutare la coppia a realizzare il desiderio di avere un figlio: la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Le tecniche di PMA sono diverse e suddivise in Tecniche di I, II e III livello. Tale distinzione fa riferimento alla complessità e al grado di invasività. La procedura più semplice consiste nell’effettuare un’ecografia quando c’è l’ovulazione in modo da avere rapporti mirati o effettuare l’Inseminazione Artificiale (IA). Se queste tecniche di I livello non funzionano si procede, man mano, a quelle successive come la FIVET (fecondazione dell’ovulo in vitro e successivo impianto uterino) o l’ICSI (inserimento dello spermatozoo nell’ovulo e quindi impianto uterino). Questi trattamenti, generalmente ripetuti, sono fisicamente e psicologicamente invasivi; oltre al fatto che il desiderio di avere un figlio viene frustrato. Vi possono essere, quindi, ripercussioni sulla vita di coppia, andando ad incidere sulla loro relazione, sia affettiva che sessuale, e sulla comunicazione tra i due partner. La figura dello psicologo nella PMA è tanto importante quanto quella del medico specialista. L’obiettivo della consultazione psicologica non è quello di effettuare diagnosi ma prendersi carico della sofferenza derivata dai problemi di fertilità.
Il punto centrale, quindi, è il desiderio o un obiettivo non realizzato nella vita, sia di coppia che del singolo individuo che ve ne fa parte. Inoltre può capitare che la sessualità non venga vissuta spontaneamente come un tempo ma considerata un mero atto meccanicistico e fine a se stesso.
Il lavoro dello psicologo e del sessuologo clinico, è anche quello di ripristinare questa intima forma di comunicazione, di sostenere la coppia ed il singolo nelle varie fasi, rimodulando le aspettative e gestendo la colpa, la paura. Spesso molte pazienti, certo in funzione al loro modello di attaccamento, hanno paura di sfidare Madre natura ed il divino facendosi carico di ansie nel momento e proiezioni verso il futuro.