Realtà virtuale
“Gli ambienti ricreati mediante le tecnologie di realtà virtuale possono rappresentare un ulteriore contesto di interazione sociale attraverso il quale è possibile sperimentare emozioni e azioni, per far rivivere agli utenti le proprie paure, le difficoltà, i comportamenti disfunzionali e per far risaltare, nel contesto protetto di un laboratorio sperimentale o di uno studio clinico, il materiale cognitivo che ne sta alla base.”
Realtà Virtuale Immersiva
Casco, guanti, tute… permettono di isolare l’utente dall’ambiente circostante privandolo degli stimoli sensoriali che gli arrivano da questo e, contemporaneamente, di fornirgli degli stimoli generati dal programma che generano la sensazione di trovarsi immerso in un altro ambiente.
La bibliografia scientifica negli ultimo 40 anni ha fornito un importante based evidence sull’efficacia della realtà virtuale nel trattamento delle fobie e del dolore.
Ecco alcuni studi:
Aracnofobia
Esperimento: hanno sottoposto a desensibilizzazione sistematica in ambiente virtuale una donna adulta che soffriva da lungo tempo di una forma grave di aracnofobia. dall’età di 20 anni.
La paziente metteva in atto una elaborata serie di rituali ossessivo-compulsivi per gestire la sua paura dei ragni: disinfettava la propria auto prima di utilizzarla, non si coricava senza aver controllato ogni angolo della stanza, chiudeva i vestiti in buste di plastica, usciva raramente di casa, per strada era ipervigilante ed evitata tutti i luoghi dove individuava un ragno. (Carin e collaboratori, Hoffman, Carin, Weghorst,1997)
Paura del volo
Rothbaum e coli. (1996) un abitacolo di un aereo per la cura di una paziente di 42 anni che da cinque anni aveva cominciato a temere i viaggi in aereo, soprattutto per paura di incidenti, al punto che da due anni aveva smesso di utilizzare gli aerei. Durante il trattamento, la paziente era seduta su un tipico sedile per passeggeri dotato di servomeccanismi in grado di riprodurre effetti come: inclinazioni, turbolenze, scossoni e altri movimenti che possono verificarsi durante un volo.
Come parte finale della terapia la paziente ha partecipato ad un volo reale che ha vissuto in modo tranquillo senza sviluppare ansia (Rothbaum, Hodges, Kooper, Watson, Opdyke, 1996) .
Acrofobia, Agorafobia e paura di parlare in pubblico
North e coli.(1996) hanno iniziato una serie sistematica di studi con gruppi di soggetti per verificare secondo protocolli sperimentali l’efficacia della RV nel trattamento dei disturbi fobici.
L’ambiente virtuale rappresentava una serie di scene di posti elevati: alcuni balconi a diversi piani di un edificio, un ascensore panoramico esterno ad un grattacielo, un canyon percorso da passerelle pedonali. Si sono riscontrate significative differenze fra i due gruppi ( gruppo di controllo) nelle scale dell’ansia, dello stress, degli atteggiamenti e condotte di evitamento relative alla frequentazioni di spazi fisici elevati. L’ambiente virtuale era composto da otto scene: una stanza vuota, una porta che accedeva a un granai buio nel quale si poteva trovare un gatto nero, una serie di balconi a diverse altezze, un ponte coperto sopra un fiume, un ascensore panoramico, una serie passerelle su un canyon, tre palloni aerostatici dislocati a diverse altezze.
I risultati sembrano indicare una notevole aumento della capacita di affrontare con basso livello di disagio gli ambienti temuti (North, North, Coble, 1996).
Paura di parlare in pubblico.
Ricerca: sono stati reclutati 16 studenti universitari, 8 per il gruppo sperimentale, 8 per il gruppo di controllo. Il sistema virtuale era costituito da un HMD e da uno podio da conferenza in legno, visualizzato nell’ambiente virtuale e che costituiva la postazione da cui il soggetto parlava; l’ambiente virtuale rappresentava un auditorium gremito da un pubblico virtuale di 100 persone.
Il trattamento in ambiente virtuale si è dimostrato in grado di ridurre i sintomi ansiosi e di aumentare l’abilità dei soggetti sperimentali a parlare in pubblico. (North, North, Coble. 1996; North, North, Coble, 1997a).
Sulla base dei dati raccolti da questi studi sperimentali gli autori sottolineano alcuni aspetti rilevanti che contribuiscono alla validità della terapia dei disturbi psicologici con i sistemi RV:
a ) l’esperienza di una persona in ambiente virtuale può essere connotata da un forte senso di presenza e può evocare le stesse emozioni di una situazione simile nella vita reale indipendentemente dalla somiglianza della simulazione con la realtà;
- b) il senso di presenza aumenta con l’aumentare delle esposizioni in ambiente virtuale ed è favorito dall’interattività del sistema e dalla concentrazione del soggetto sul compito;
- c) ogni individuo percepisce e reagisce in modo diverso al medesimo mondo virtuale in funzione delle propria storia personale, inoltre individui che sperimentano una forte sensazione di presenza nell’ambiente reale sono portati a sperimentare un forte senso di presenza anche nella simulazione virtuale; d) la percezione e il comportamento di una persona nella realtà è suscettibile di essere modificato dalle esperienze nel mondo virtuale (North, North, Coble, in stampa).
Tratto da “Scienze dell’Interazione, vol. 3 n. 1, 2011”
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contagio, alla contaminazione e al disordine, con prevenzione del rituale compulsivo
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