PERVERSIONI HARD e SOFT
PERVERSIONI HARD e SOFT di Rosa Perosi
Quante volte abbiamo sentito dire: “Quello è un perverso!”. Ma cosa si intende con perversione?
Già a partire dalla 2° metà dell’800 la sessuologia scientifica si é interessata allo studio della sessualità perversa, cioè di tutti quei comportamenti sessuali che venivano considerati devianti dalla morale dell’epoca. L’intento era quello di definire i confini tra sessualità normale e patologica.
* La prima classificazione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, nel 1952, attribuiva le perversioni ad individui con tendenze criminali e antisociali e quindi vennero classificate insieme ai disturbi della personalità psicopatica.
* Nel 1987, le deviazioni sessuali sono state inquadrate in una categoria a sé stante e con un’etichetta meno penalizzante sul piano morale: parafilie. In questa revisione del DSM, viene anche derubricata l’omosessualità, fino a quel momento inclusa nei comportamenti valutati come perversi.
* Ad oggi, nella 5^ revisione del DSM, si parla di “disturbo parafilico”, dove si intende che una o più parafilie causano disagio o compromissione nell’individuo, arrecano o rischiano di arrecare danno a sé stessi o agli altri.
Il termine parafilia indica “qualsiasi intenso e persistente interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti”.
L’azione perversa richiede un “copione comportamentale”, una performance e viene eseguita da una persona che non ha altra scelta poiché la vede come unica fonte di gratificazione sessuale, riducendo fortemente la propria libertà.
Nelle perversioni vi è l’esibizionismo e voyerismo, masochismo, sadismo, feticismo, coprofagia, coprolalia, pedofilia, zoofilia, necrofilia, travestitismo…..
Dobbiamo però aggiungere che oltre alle pratiche limitanti delle perversioni hart, vi sono le cosiddette “perversioni soft”, definite invece come comportamenti amorosi che esprimono la possibilità di fare nuove esperienze, che lasciano grande libertà alla coppia che decide di avventurarsi in tali percorsi.
Le perversioni soft vengono praticate perché stimolate e spinte dalla curiosità o da altre ragioni personali. A letto le coppie decidono di spingersi oltre e di provare un comportamento sessuale nuovo, diverso dal solito, proprio per la necessità di lasciarsi andare e sentirsi liberi. Diciamo che, mentre i sondaggi parlano di un calo della libido e di una generazione che fa sempre meno sesso, dall’altra parte aumentano le strane voglie erotiche e i desideri più stravaganti.
Tra quelle che vengono definite perversioni soft, troviamo:
1. 1. Lo scambismo: conoscere, frequentare, scambiare l’esperienza erotico-sessuale con un’altra coppia. Sono circa 2 milioni gli italiani, tra i 30 e i 50 anni, che l’hanno provato almeno una volta nella vita, mentre mezzo milione lo pratica con una certa regolarità.
2. 2. La coppia aperta: può concedersi un comportamento tipico degli scambisti, ma anche relazioni separate ed esterne alla coppia.
3. 3. Il poliamore: nasce negli anni ‘60 in opposizione alla cultura monogama e allude a molteplici relazioni amorose simultanee stabilite su una base sentimentale, non solo sessuale. Tutti i partecipanti a questa rete di relazione sono informati e consapevoli del legame cui stanno prendendo parte. Pertanto, in queste relazioni non sono incluse la clandestinità e l’adulterio, ma vengono richieste dimensioni quali la lealtà, la comunicazione, la fedeltà, il rispetto, il dialogo, il consenso e il non possesso.
4. 4. Il BDSM: identifica un ventaglio di pratiche e fantasie che riguardano la sperimentazione dei propri limiti fisici e psicologici e di una particolare interpretazione del potere associato al piacere. Il Travestitismo: l’adozione degli abiti dell’altro sesso, sfidando le tradizionali nozioni di binarismo e mettendo in discussione le categorie di «maschile» e «femminile». Circa il 3% degli uomini eterosessuali si è eccitato almeno una volta nella vita indossando abiti dell’altro sesso.
L’origine delle perversioni soft risalirebbe agli anni 70, durante la rivoluzione sessuale, dove l’erotismo, liberato da tutti i suoi tabù, avrebbe permesso agli individui di slegare il sesso dai sentimenti e di agire comportamenti una volta solo fantasticati, attraverso modalità alternative a quelle abituali.
I risultati di una serie di ricerche sulle perversioni soft sembrano evidenziare che oggi è molto diffusa la pratica, non patologica, di manifestazioni sessuali trasgressive che vengono attuate per mantenere e rivitalizzare la coppia, senza possedere quegli elementi caratteristici per i quali altrimenti si dovrebbe parlare di perversione vera e propria.
E’ importante capire come vengono gestite nella coppia le perversioni soft, perché quando le fantasie trasgressive compaiono in uno dei partner, non sempre risulta facile la comprensione e la condivisione con l’altro. Talvolta questo rappresenta un momento di riflessione e rivalutazione dell’intero rapporto affettivo, in cui entrambi i partner mettono in gioco se stessi e la propria libertà sessuale. Può capitare che questa trasgressione sia accettata di buon grado da entrambi, mentre altre volte uno dei due si mostra più o meno accondiscendente per il bene della coppia; in numerosi altri casi ho però potuto constatare che essa rappresenta un momento di rottura insaldabile, poiché la libertà sessuale dell’uno, risulta limitante per l’altro.
Dott.ssa Rosa Perosi
Studio di Consulenza Sessuologica
info@rosaperosi.it
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