Psicosomatica e Sessualità
Un articolo scritto dalla dott.ssa Fulvianna Furini :
Il progressivo riconoscimento dell’influenza degli aspetti psicologici sulla salute e la malattia è andato di pari passo con i mutamenti nella visione del rapporto mente-corpo, con il superamento della cartesiana concezione dualistica. La mente ed il corpo non sono più considerate due entità separate, ma dimensioni dinamiche e integrate della persona, entrambe coinvolte nelle variazioni di salute e malattia.
Il termine “psicosomatico” indica il campo della medicina e della psicologia che studia disturbi e malattie fisiche ad eziologia psicologica-emotiva (malattie ex emotione). Georg Groddeck, medico e psicanalista tedesco (1866-1934) è considerato dalla comunità scientifica il padre della Medicina Psicosomatica.
L’approccio psicosomatico è un campo di sviluppo, che sottolinea l’importanza di centrare l’attenzione non solo sulla malattia ma anche sulla persona malata e sull’insieme mente-corpo più che sul solo organo colpito, sia per comprendere le cause di una patologia sia per curarla in modo più completo.
Chi si rivolge allo specialista in Medicina Psicosomatica manifesta un disturbo organico per il quale, nonostante le numerose visite specialistiche, non è stata trovata la causa. In sostanza, la persona si rivolge in prima battuta alla medicina tradizionale in cerca di una risposta ad un sintomo fisico pervasivo e di solito si sente dire che, dal punto di vista medico, non ha nulla. Il sintomo persiste, ma la causa è ignota. In realtà l’eziologia del sintomo organico è di natura emotiva, ma questo non è un ambito di applicazione della medicina tradizionale.
Negli ultimi 20 anni, grazie agli studi sulla biologia dello stress e sul rapporto tra stress e malattie, si è sviluppata una sempre più ampia documentazione scientifica che testimonia le complesse relazioni tra cervello e sistemi periferici dell’organismo: sistema neurovegetativo, psiconeuroendocrinologia, psicoimmunologia e neuroimmunomodulazione.
Nella “malattia psicosomatica” rientrano le patologie con manifestazione di una sintomatologia organica di natura funzionale, ossia con eziologia psicologica di natura emotiva.
Da sempre, il disturbo psicosomatico, riveste un ruolo importante tra le malattie psichiche, poiché evidenzia come il corpo sia un perfetto strumento di comunicazione di uno stato di sofferenza mentale o di disagio psichico.
L’interazione tra stati psichici e fenomeni somatici, fino al possibile sviluppo di malattie, è sempre stata notata fin dall’antichità. Proverbi, medicine tradizionali, letterati e poeti hanno sempre riconosciuto e descritto tali fenomeni ben prima che la moderna m.p. esistesse.
Le EMOZIONI possono essere espresse tramite il corpo? Sì, certamente!
Vediamo come: la paura fa sudare freddo, la rabbia fa venire i bollori, l’amore fa battere il cuore o tremare le gambe e l’ansia fa rallentare la salivazione o venire le farfalle allo stomaco, la tristezza si traduce in pianto etc….
Chiaramente, si tratta di piccoli esempi che mostrano come il corpo sia strettamente connesso alle emozioni. Il collegamento da “manifestazione somatica” ed “emozione sottostante” è analogico-simbolico non di causalità.
Ai tempi di S.Freud questa malattia era definita come “disturbo di conversione” e per riuscire a capire esattamente cosa si verificava in questi pazienti diede vita a una serie di osservazioni che formano i famosissimi studi sull’Isteria, oggi definita “Disturbo neurologico Funzionale” primo tra tutti il celeberrimo caso di Anna O.
Le manifestazioni organiche non sono prodotte intenzionalmente né tanto meno sono il frutto di simulazione, ma sono disagi reali. Questi sintomi organici possono portare ad un grado di sofferenza molto elevato in diverse aree del proprio funzionamento, come la vita affettiva, sociale, lavorativa e familiare e sessuale.
Come afferma l’OMS la “sessualità” rappresenta un aspetto centrale dell’esistenza umana nell’arco della vita e racchiude il sesso, l’identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità è vissuta ed espressa nei pensieri, nelle fantasie, nei desideri, nelle credenze, nelle attitudini, nei valori, nei comportamenti, nelle pratiche, nei ruoli, nelle relazioni. Mentre la sessualità può includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite o espresse. La sessualità è influenzata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, culturali, etici, legali, storici, religiosi e spirituali.
Il termine “salute sessuale” sta quindi ad indicare non solo l’evitamento delle malattie sessualmente trasmissibili e delle gravidanze indesiderate, ma in generale il raggiungimento di un benessere fisico ed emotivo nell’ambito della sessualità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute sessuale come: “uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità; non riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità.
L’attività sessuale rappresenta un campo di indagine in cui è maggiormente evidente l’interdipendenza tra il corpo e la mente. Numerosi studi hanno dimostrato che un’attività sessuale regolare ha effetti positivi sulla salute fisica (ad esempio il potenziamento del sistema immunitario, la riduzione del rischio cardiovascolare) e mentale (benessere soggettivo, alleviamento degli stati di ansia ecc.).
Sebbene ci siano moltissimi modi di vivere la sessualità, puntando la lente sul più classico di questi troviamo l’incontro di due corpi, due anime che contemporaneamente e reciprocamente si donano l’un l’altro.
Ecco, in questo meccanismo, seppur spontaneo, entrano in gioco molte emozioni, sensazioni, pensieri: la fiducia, l’autostima e il rapporto con il proprio corpo, il contatto e la vergogna, i pregiudizi, il sentirsi all’altezza e la capacità di lasciarsi andare il darsi il permesso di dare e ricevere ció di cui si ha bisogno in quel momento nel rispetto di se stessi e dell’altro.
Molti sono i fattori che possono interferire, mi vengono in mente ad esempio: la paura di rifiuto o non accettazione da parte dell’altro, la non accettazione di sè stessi, i divieti inconsci, i sensi di colpa che impediscono di lasciarsi andare al piacere, l’ansia da prestazione, lo stress… e molti altri!
In tutti questi casi la persona esprime attraverso il corpo un disagio psicologico che nega o che fatica a riconoscere e ad integrare nel proprio funzionamento psichico. Il sintomo fisico costituisce quindi un messaggio, un invito ad occuparsi di sé e della propria interiorità, in quanto manifestazione di una sofferenza psicologica.
I sintomi fisici più comuni in questo caso sono: anorgasmia, dispareunia, vaginismo, calo del desiderio, disfunzioni erettili..etc. In primo luogo occorre comprendere che i sintomi non siano causati da una malattia medica o da fattori organici. In molti casi, infatti, i sintomi di somatizzazione possono sovrapporsi a sintomi causati da malattie mediche, rendendo più complesso il quadro clinico. Inoltre, è importante identificare le situazioni di vita, le paure e le fantasie che la persona sta cercando di gestire senza esserne consapevole, al punto da aver assegnato al proprio corpo la funzione di contenere e comunicare aspetti rifiutati della propria personalità.
I sintomi vissuti nel corpo, infatti, non sono altro che un “simbolo del conflitto interiore che è in atto”. Imparando a interpretare questi sintomi abbiamo la possibilità di capire i messaggi che cercano di comunicarci attraverso il malessere corporeo.
“Quando non ci sono parole per esprimere il proprio disagio il corpo si fa carico di manifestarlo”.
Dott.ssa Fulvianna Furini
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Il sesso non convenzionale 1 parte
Il sesso non convenzionale di Viviana Balista
Riflettevo sul termine sesso e su cosa sia il sesso convenzionale o cosa no, così ho fatto una piccola ricerca. L’enciclopedia Treccani cita come Definizione di Sesso “…Il termine si usa anche in riferimento all’apparato sessuale, cioè agli organi della riproduzione, e in particolare l’organo genitale esterno e, in un uso molto comune, all’insieme dei fatti e dei fenomeni che sono legati a questi organi, con particolare riferimento a tutto ciò che riguarda gli istinti sessuali e i rapporti sessuali….”.
SESSO E SOCIETA’
Clement sostiene che “la ns società è strettamente correlata a un divieto che spesso è implicito all’interno della persone, un doppio nodo con i tabù e gli stereotipi sociali. Alcuni esempi: non tradirsi, non usare violenza all’interno della sessualità. Questi aspetti fanno sìche i quando due soggetti formano una coppia anche solo momentanea, pur non comunicandosi tali contenuti, sentano il dovere di rispettare tali divieti, attribuendo loro il concetto di “valore”. “ E qui il Sesso prende due direzioni. Il sesso convenzionale che rispetta i valori, e quello non convenzionale, atipico, perverso, che li infrange. Nell’opera “La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno” (1908) Freud discute degli effetti che la cultura ha sulla vita pulsionale dei soggetti. E dà senza dubbio una coloritura differente e ampia alla perversione, leggendola anche come segnale di un malessere socialmente declinato. La perversione, quindi, quale potenziale indicatore di un disagio culturale. Successivamente negli anni 90 McDougall utilizza al posto di “perversione” il termine “neosessualità”, in qualche modo più laico e sicuramente rappresentante di una creatività sessuale che poco ha a che fare con la morale. Oggi questa Neosessualià è chiamata Parafiliae non ha una gran bella accezione per la società Italiana. E sulla definizione che le dà il Dizionario Treccani, come sostiene
Fabrizio Quattrini “il termine parafilia ha ancora oggi una diffusione limitata ed èprevalentemente inserito in un contesto di tipo clinico-scientifico-forense. Spesso, anche tra gli addetti ai lavori si osserva l’utilizzo della vecchia parola “perversione” per delineare un particolare comportamento sessuale “deviante”, che favorisce la comprensione di un’attrazione, di un desiderio e di un’eccitazione per quei comportamenti, oggetti o situazioni spesso definiti “aberranti”, o comunque ritenuti socialmente ed eticamente “scorretti”.
Slave/Schiava/ Schiavo – Padrone/Master – Padrona /Mistress
E’ una r elazione in cui un individuo serve un altro in una relazione strutturata consensuale di scambio di autorità.
Il servizio e l’obbedienza sono spesso i valori fondamentali nelle strutture Master / slave. I
partecipanti possono essere di qualsiasi genere o orientamento sessuale. La relazione
usa il termine “schiavo” a causa dell’associazione del termine con i diritti di proprietà
di un padrone al corpo del proprio schiavo, come proprietà. Mentre i “maestri” maschili saranno di solito indicati come “Master”, se i Maestri femminili sono indicati come “Mistress”.
Coppie Swingers
sono coppie che di comune accordo, pur mantenendo una relazione stabile , intrattengono relazioni con altre persone e insieme. In molti casi si cerca di dare
al vincolo un nuovo incentivo.
Cuckold – Sweet – Bull:
Il cuckold è una persona che condivide il proprio partner
(chiamati “ sweet ”) con altri o altre (detti “ bull ”): in pratica il cuckold cerca di indurre la persona con cui ha una relazione sessuale o sentimentale (anche consolidata, come unungo matrimonio) ad avere rapporti sessuali con terze persone.
Si tratta di una pratica che per funzionare deve avere delle regole:
• il consenso è fondamentale, altrimenti il tutto si riduce a solo un’oggettificazione della
persona con cui si sta;
• è solo sesso, cioè con la terza persona non si può instaurare una relazione sentimentale
o sessuale su un livello più profondo di un rapporto occasionale;
• non è una forma di tradimento.
scritto da Viviana Balista
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I preliminari sessuali e la loro importanza
I PRELIMINARI SESSUALI E LA LORO IMPORTANZA
Dott.ssa Sofia Sambo
I preliminari sessuali sono tutti quei comportamenti che aumentano e
permettono di entrare in comunicazione con il proprio partner provocando in
ognuno l’eccitazione sessuale.
L’ambito sessuale richiede, quindi, un avvicinamento non solamente dal punto di vista del corpo ma anche dell’affetto, dell’emozione e dei sentimenti.
Le emozioni sono la risposta ad uno stimolo piacevole o sgradevole e provocano una reazione multisistemica rapida che si esprime sia a livello fisico, con comportamenti motori e risposte fisiologiche, sia sul piano cognitivo con lo scambiano verbale dell’esperienza vissuta.
I preliminari acquistano così una grande importanza, tramite essi i partner
iniziano a creare sintonia e ad acquisire la scoperta tramite il contatto reciproco.
L’esplorazione spoglia del corpo aiuta i rispettivi partner a conoscere la
sensibilità dell’altro, individuando così le zone erogene e successivamente a capire con quale intensità devono toccarle e stimolarle. Si inizia, così, a creare l’atmosfera giusta per entrare nell’intimità dell’altra persona e permettere ad entrambi di lasciarsi andare nell’espressione più nascosta di loro stessi.
Abbandonarsi all’altro è un gesto di fiducia reciproca che permette a tutto il nostro sistema interno di aumentare il desiderio e raggiungere dei picchi di eccitamento per favorire il rapporto sessuale completo. Senza componenti eccitanti, non si mette in moto la progressione della risposta sessuale, le cui caratteristiche morfologiche e psicologiche sono diverse nei due sessi per alcuni aspetti fisiologici.
Si può quindi dire che il rapporto sessuale non è solo una funzione d’organo ma un modo di essere noi stessi, di esprimersi e di mettersi in relazione con il proprio partner.
Scritto dalla Dott.ssa Sofia Sambo
Learn MoreLe dipendenze dal sesso virtuale
La dipendenza dal sesso virtuale
dott.ssa Rosa Perosi
La rete ha cambiato le nostre vite, le ha rese sicuramente più performanti, più dinamiche ma ha innescato un processo confusivo tra vita reale e vita virtuale, con un riflesso negativo sull’intimità e sulla sessualità.
I giovani, ad esempio, si approcciano alla rete senza grande controllo da parte degli adulti, nella maggior parte dei casi ignari delle loro audaci navigazioni e frequentazioni. Si stima che i primi contatti con materiale pornografico avvengano tra i 6 e i 13 anni attraverso siti che offrono infinite opportunità di ricerca e consumo gratuito di materiale. Le modalità di approccio alla rete, in situazioni di solitudine sessuale e affettiva relazionale, seguono lo stesso modus operandi, per i giovani e per gli adulti: solitudine, curiosità, timidezza, impaccio relazionale e sessuale e questi sono solo alcuni dei moventi che fanno catturare dalla rete.
Esistono 2 tipi di persone che utilizzano pornografia:
- Utilizzatori ricreativi: accedono al materiale online più per gioco, curiosità o intrattenimento e sembrano non avere problemi correlati ai loro comportamenti sessuali online perché il loro utilizzo non interferisce con la loro vita di relazione.
- Utilizzatori sessuali compulsivi o utenti a rischio: utilizzano internet per le loro attività sessuali in modo compulsivo; sono utenti che hanno sviluppato o rischiano di sviluppare una forma di dipendenza psicologica e da assuefazione al mondo virtuale, fino a sentirsi obbligati ad aver bisogno di una dose quotidiana sempre maggiore. Diventando un chiodo fisso, una vera e propria ossessione.
L’utilizzo di queste immagini inizia a diventare patologico quando la persona vive una situazione di forte stress dovuta alla compulsiva ricerca di materiale pornografico che gli impedisce di condurre una vita sociale, relazionale e lavorativa normale. Vediamo, infatti, che l’utilizzo massiccio della pornografia crea numerose problematiche che si ripercuotono in diversi ambiti della vita psichica e relazionale della persona, come disturbi del sonno, somatizzazione d’ansia, deflessione del tono dell’umore, autoerotismo assistito, isolamento, prevalenza di piacere solitario piuttosto che condiviso, dipendenza psicologica, scollamento dalla realtà. Il sesso virtuale può portare ad una vera e propria forma di dipendenza (detta “dipendenza senza sostanza”) pari a quella sperimentata con le droghe.
Questa nuova malattia dell’anima, non fa distinzione tra giovani e adulti, fra diversi status sociali, single o accoppiati; le ricerche dimostrano come sia uomini che donne frequentano siti pornografici, chat erotiche e consumano sesso virtuale e gli aspetti sociologici correlati alla dipendenza dal sesso online, non devono essere trascurati.
Ormai la comunicazione avviene tramite la tecnologia, coinvolgendo il corteggiamento, la dimensione dell’intimità e delle relazioni: dalle lettere sigillate siamo passati alle email, al blog, dalle chiacchiere in salotto alle chat, dalle feste per facilitare incontri ai social network, contenitori di informazioni personali, immagini , pensieri, solitudini e, forse, surrogati di affettività. Ed anche la sessualità, imbattendosi in questa nuova realtà virtuale ha cambiato veste.
Dott.ssa Rosa Perosi
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PERVERSIONI HARD e SOFT
PERVERSIONI HARD e SOFT di Rosa Perosi
Quante volte abbiamo sentito dire: “Quello è un perverso!”. Ma cosa si intende con perversione?
Già a partire dalla 2° metà dell’800 la sessuologia scientifica si é interessata allo studio della sessualità perversa, cioè di tutti quei comportamenti sessuali che venivano considerati devianti dalla morale dell’epoca. L’intento era quello di definire i confini tra sessualità normale e patologica.
* La prima classificazione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, nel 1952, attribuiva le perversioni ad individui con tendenze criminali e antisociali e quindi vennero classificate insieme ai disturbi della personalità psicopatica.
* Nel 1987, le deviazioni sessuali sono state inquadrate in una categoria a sé stante e con un’etichetta meno penalizzante sul piano morale: parafilie. In questa revisione del DSM, viene anche derubricata l’omosessualità, fino a quel momento inclusa nei comportamenti valutati come perversi.
* Ad oggi, nella 5^ revisione del DSM, si parla di “disturbo parafilico”, dove si intende che una o più parafilie causano disagio o compromissione nell’individuo, arrecano o rischiano di arrecare danno a sé stessi o agli altri.
Il termine parafilia indica “qualsiasi intenso e persistente interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti”.
L’azione perversa richiede un “copione comportamentale”, una performance e viene eseguita da una persona che non ha altra scelta poiché la vede come unica fonte di gratificazione sessuale, riducendo fortemente la propria libertà.
Nelle perversioni vi è l’esibizionismo e voyerismo, masochismo, sadismo, feticismo, coprofagia, coprolalia, pedofilia, zoofilia, necrofilia, travestitismo…..
Dobbiamo però aggiungere che oltre alle pratiche limitanti delle perversioni hart, vi sono le cosiddette “perversioni soft”, definite invece come comportamenti amorosi che esprimono la possibilità di fare nuove esperienze, che lasciano grande libertà alla coppia che decide di avventurarsi in tali percorsi.
Le perversioni soft vengono praticate perché stimolate e spinte dalla curiosità o da altre ragioni personali. A letto le coppie decidono di spingersi oltre e di provare un comportamento sessuale nuovo, diverso dal solito, proprio per la necessità di lasciarsi andare e sentirsi liberi. Diciamo che, mentre i sondaggi parlano di un calo della libido e di una generazione che fa sempre meno sesso, dall’altra parte aumentano le strane voglie erotiche e i desideri più stravaganti.
Tra quelle che vengono definite perversioni soft, troviamo:
1. 1. Lo scambismo: conoscere, frequentare, scambiare l’esperienza erotico-sessuale con un’altra coppia. Sono circa 2 milioni gli italiani, tra i 30 e i 50 anni, che l’hanno provato almeno una volta nella vita, mentre mezzo milione lo pratica con una certa regolarità.
2. 2. La coppia aperta: può concedersi un comportamento tipico degli scambisti, ma anche relazioni separate ed esterne alla coppia.
3. 3. Il poliamore: nasce negli anni ‘60 in opposizione alla cultura monogama e allude a molteplici relazioni amorose simultanee stabilite su una base sentimentale, non solo sessuale. Tutti i partecipanti a questa rete di relazione sono informati e consapevoli del legame cui stanno prendendo parte. Pertanto, in queste relazioni non sono incluse la clandestinità e l’adulterio, ma vengono richieste dimensioni quali la lealtà, la comunicazione, la fedeltà, il rispetto, il dialogo, il consenso e il non possesso.
4. 4. Il BDSM: identifica un ventaglio di pratiche e fantasie che riguardano la sperimentazione dei propri limiti fisici e psicologici e di una particolare interpretazione del potere associato al piacere. Il Travestitismo: l’adozione degli abiti dell’altro sesso, sfidando le tradizionali nozioni di binarismo e mettendo in discussione le categorie di «maschile» e «femminile». Circa il 3% degli uomini eterosessuali si è eccitato almeno una volta nella vita indossando abiti dell’altro sesso.
L’origine delle perversioni soft risalirebbe agli anni 70, durante la rivoluzione sessuale, dove l’erotismo, liberato da tutti i suoi tabù, avrebbe permesso agli individui di slegare il sesso dai sentimenti e di agire comportamenti una volta solo fantasticati, attraverso modalità alternative a quelle abituali.
I risultati di una serie di ricerche sulle perversioni soft sembrano evidenziare che oggi è molto diffusa la pratica, non patologica, di manifestazioni sessuali trasgressive che vengono attuate per mantenere e rivitalizzare la coppia, senza possedere quegli elementi caratteristici per i quali altrimenti si dovrebbe parlare di perversione vera e propria.
E’ importante capire come vengono gestite nella coppia le perversioni soft, perché quando le fantasie trasgressive compaiono in uno dei partner, non sempre risulta facile la comprensione e la condivisione con l’altro. Talvolta questo rappresenta un momento di riflessione e rivalutazione dell’intero rapporto affettivo, in cui entrambi i partner mettono in gioco se stessi e la propria libertà sessuale. Può capitare che questa trasgressione sia accettata di buon grado da entrambi, mentre altre volte uno dei due si mostra più o meno accondiscendente per il bene della coppia; in numerosi altri casi ho però potuto constatare che essa rappresenta un momento di rottura insaldabile, poiché la libertà sessuale dell’uno, risulta limitante per l’altro.
Dott.ssa Rosa Perosi
Studio di Consulenza Sessuologica
info@rosaperosi.it
Fantasia e Desiderio
FANTASIA e DESIDERIO di Rosa Perosi
Iniziamo a porre una chiara distinzione: avere una fantasia sessuale non significa desiderare necessariamente di mettere in atto questa situazione. C’è differenza tra immaginare qualcosa (FANTASIA) e voler agire qualcosa (DESIDERIO).
La fantasia sessuale rappresenta un “film” utile ad alimentare ed attuare il nostro desiderio sessuale e dunque, di conseguenza, la nostra eccitazione sessuale, ovvero a far partire la sessualità. L’immaginario erotico, infatti, attraverso le fantasie sessuali, costituisce la nostra capacità di autorealizzarci mentalmente. In altre parole, quando creiamo una fantasia sessuale (spesso involontariamente) -come ad es. fare l’amore con uno sconosciuto – la nostra mente vive quell’immagine erotica “come se” la stessimo vivendo realmente, facendo si che aumenti rapidamente in noi il desiderio sessuale e la conseguente eccitazione, con tutti i risvolti fisiologici ad essa correlati (es. erezione/lubrificazione).
Tuttavia, è importante comprendere che se io immagino di fare l’amore con uno sconosciuto, non necessariamente vorrei farlo nella realtà. Ecco quindi la differenza tra ciò che appartiene alla sfera del desiderio e ciò che appartiene alla sfera della fantasia, distinzione spesso fonte di enorme confusione e sensi di colpa. La sfera del desiderio riguarda ciò che io realmente vorrei fare nella mia vita sessuale. E spesso, ciò che desidero fa anche parte delle mie fantasie, costituendo un pensiero sessualmente attivante. La sfera della fantasia sessuale o erotica, invece, è costituita da immagini mentali che non necessariamente si desidera agire e che spesso sono eccitanti unicamente nella fantasia stessa. Ad esempio, le ricerche mostrano come una delle fantasie sessuali delle donne è quella di essere “presa sessualmente con la forza”. Questa fantasia però non corrisponde ad un reale desiderio e, se agita nella realtà, viene vissuta come forma di violenza, traumatica e per nulla eccitante.
Parlarne o non parlarne con il partner?
Non è obbligatorio né sempre utile condividere il proprio immaginario, certe parti vanno tenute segrete per coltivare e vivere liberamente la propria sessualità; tuttavia condividere con il partner alcune fantasie aiuta la coppia a conoscersi e a creare un terreno fertile per aumentare la complicità di coppia. In questo caso, spieghiamo al partner se quel che gli stiamo raccontando fa parte della sfera della fantasia, e serve dunque per giocare e fantasticare insieme, o se fa parte della sfera del desiderio, ed è quindi qualcosa che vorremmo sperimentare con lui realmente.
Coltivare un “giardino segreto” dove possiamo immaginare di fare o essere quello che vogliamo, mantenendo accesa la fiamma del desiderio, rappresenta un importante indicatore di salute psicosessuale, oltre che una possibilità per vivere una sessualità appagante.
Dott.ssa Rosa Perosi
Studio di Consulenza Sessuologica
Castiglione delle Stiviere
Qualche suggerimento lo trovi nella sezione libri
Learn Moretoys a distanza
Utilizzo dei toys a distanza del dott. Fabio Ballan
Conoscere il nostro corpo e quello del/della partner è una profonda forma di intimità che possiamo iniziare in un’occasione speciale e continuare per tutta la vita. Per noi stessi e per la persona che amiamo.
I Sex Toys, “giocattolini” se vogliamo chiamarli così, ci permettono di esplorare punti non conosciuti del nostro corpo e creare così una complicità con il nostro partner che non è mai scontata.
Inoltre, complicità e intimità potranno crescere ancor più se questi giocattoli possono essere comandati a distanza! Il gioco inizia quando il nostro partner può attivalo a distanza e a suo piacimento. Durante una cena romantica, mentre siamo in un’altra stanza o quando meno ce lo aspettiamo (non solo a casa). Questo gioco diventa via via più eccitante e divertente, soprattutto perché il finale riguarderà sicuramente tutti e due.Ne esistono in commercio di varie forme e per vari utilizzi, sia per lui che per lei: vibratore a distanza, cock ring e anelli vibranti, vibratori bullet, vibratori di coppia da indossare, stimolatori prostatici. Inoltre, l’uso di sex toys a distanza, può indurre la coppia a creare una connessione più intima e creativa, magari permettendo anche ad altri sensi di essere coinvolti nel gioco dell’amore: alcune coppie infatti testimoniano che, l’uso dei sex toys a distanza, ha permesso loro di esprimere pratiche che altrimenti non avrebbero mai fatto come il dirty talking o il whispering, che puntano sull’udito piuttosto che sulla vista o sul tatto. Spesso infatti i sex toys servono a suggerire nuove fantasie, invitando a percorrere nuove strade nell’esplorazione della propria sessualità.
I sex Toys possono essere molto utili anche a distanza “forzata”: o per motivi di lavoro, di studio, oppure, come recentemente capitato, per la pandemia e il lock down, molte coppie si trovano a vivere lontane per svariati motivi. Il sexting sicuramente aiuta nella relazione sessuale a distanza, ma a lungo andare non appaga: molte persone infatti testimoniano il fatto che, per aiutare a vivere la dimensione del piacere in modo “realistico” è stato introdotto l’uso di un sex toys comandato a distanza: in tal modo viene ricreata una certa intimità tra i partner attraverso la connessione online. dott F. Ballan
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